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Anatomia della battaglia, terza prova narrativa di Giacomo Sartori, è un romanzo dalla bellezza dura e severa.
La storia comincia negli anni Settanta in Trentino. C'è un padre molto fascista e una madre desiderosa solo di stare bene nel mondo. C'è un figlio (colui che ci racconta la storia) che rifiuta l'insegnamento paterno, si allontana, addirittura entra nella lotta armata di matrice comunista poi se ne distacca e va a lavorare nell'Africa del Nord. Lì, il figlio pensa. Medita. Si interroga sulle proprie scelte, sulle proprie azioni, sulle radici di scelte e azioni. Sulla guerra che ha deciso prima di combattere, e poi di abbandonare.
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Anatomia della battaglia
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Anatomia della battaglia, terza prova narrativa di Giacomo Sartori, è un romanzo dalla bellezza dura e severa.
La storia comincia negli anni Settanta in Trentino. C'è un padre molto fascista e una madre desiderosa solo di stare bene nel mondo. C'è un figlio (colui che ci racconta la storia) che rifiuta l'insegnamento paterno, si allontana, addirittura entra nella lotta armata di matrice comunista poi se ne distacca e va a lavorare nell'Africa del Nord. Lì, il figlio pensa. Medita. Si interroga sulle proprie scelte, sulle proprie azioni, sulle radici di scelte e azioni. Sulla guerra che ha deciso prima di combattere, e poi di abbandonare.
Mentre il figlio è in Africa, il padre si ammala di cancro. L'età è avanzata, il fisico è robusto il cancro impiega parecchio tempo per vincere la sua guerra. Prima da lontano, poi da vicino - tornato ad abitare in Trentino - il figlio assiste alla lenta morte del padre. Lo vede combattere con fierezza. Lo vede perdere la sua guerra. Prova ammirazione per questo spirito guerriero.
La meditazione sulla propria guerra e la contemplazione della guerra combattuta dal padre, portano il figlio a scoprire la somiglianza con il padre, a scoprire quanto, nelle scelte e nelle azioni da lui compiute, venisse dal padre. Lo portano a dire: "Il tuo fascismo, il mio fascismo".
Anatomia della battaglia non è un romanzo psicoanalitico non è un romanzo politico non è un romanzo familiare. È, si potrebbe dire, un romanzo sull'ambiguità del sentimento eroico. La madre, il figlio, tutti i parenti riuniti nella grande villa, vivono la loro vita con sommo impegno, con dedizione assoluta, con - appunto - un sentimento eroico di cui, proprio assistendo alla sua agonia, riconosceranno l'origine nel padre stesso.
Anatomia della battaglia è un romanzo nitido e disilluso, scritto con una lingua asciutta e senza echi, lento e spedito contemporaneamente, capace di provocare nel lettore una profonda commozione non sentimentale.
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